Il Maestro Francesco Biganzoli ci fotografa
Sicuramente tra i miei clienti-amici un posto di primo ordine va riconosciuto a Francesco Biganzoli. Lo ricordo alla fine degli anni 70 quando venne a Viterbo, con il suo fare da menestrello, con i suoi ciondoli d’argento al collo e il suo corredo fotografico Olympus [approfondimento: tutto quello che c’è da sapere su un obiettivo fotografico]. Il primo fotografo con lo studio in un appartamento in (Via della Torre) il primo fotografo che c’è ma non si vede, schivo all’esibizionismo, ma sempre primo dove si parla di cultura e non solo quella fotografica.
A Viterbo in quegli anni porta una ventata di novità, di anticonformismo, con i suoi matrimoni fatti di scatti classici, ma anche di foto sgranate in 24×36 con pellicola Fujifilm 1600 volutamente sottoesposta di 1/2 diaframma, per accentuarne la grana (oggi nell’era del digitale si chiama rumore). Le sue foto di paesaggio hanno sempre in primo piano un soggetto sfocato per dare risalto al centro dell’immagine e per catturare l’attenzione di chi le guarda.
Insegnando presso l’Accademia di Viterbo Francesco Biganzoli si circonda di giovani artisti diventerà il “maestro della fotografia” in grado di trasmettere le sue conoscenze, condividerle, trasformandosi in un punto di riferimento e attraverso la fotografia divenire “maestro di vita” per molti.
Ho con lui un rapporto di odio e amore. Odio il suo perfezionismo maniacale, ma nutro un profondo rispetto e gratitudine per avermi sempre spronato nel continuare a credere in questo mestiere che rappresenta per me il modo migliore per conoscere il mondo e la gente.
Non potevo trovare modo migliore per dimostrare la mia ammirazione per lui, facendomi fotografare.
foto di Francesco Biganzoli